Programma
Missione
Le attività di ricerca dell’Istituto IRRIS si incentrano sullo studio delle relazioni umane e storiche, a livello sia micro che macro della vita sociale, volte allo sviluppo sostenibile, all’equità, alla sostenibilità, alla solidarietà intergenerazionale, nonché alla convivenza tra culture. L’IRRIS svolge la sua missione attraverso studi interdisciplinari comparativi e (re)interpretazioni dei processi sociali, nonché delle leggi, nell’interazione tra cultura e natura sia a livello globale che locale. Ovvero in altre parole, accogliendo la distinzione tra natura e cultura proposta da Claude Lévi-Strauss, “nell’universalità dei fatti naturali a fronte della diversità dei fatti culturali”.
Strategia
Obiettivi strategici:
- diventare un eccellente istituto di ricerca nelle scienze umanistiche e sociali, riconosciuto internazionalmente;
- instaurare forme di collaborazione e associazione efficaci con enti affini, a livello mondiale;
- diventare un’istituzione di riferimento per il trasferimento di conoscenze e valori delle scienze umanistiche e sociali all’economia, alla società e nei processi d’istruzione universitaria;
- promuovere e provvedere allo studio interdisciplinare e comparativo di fenomeni e problematiche sociali, culturali e ambientali;
- assicurare adeguate condizioni finanziarie e materiali per la ricerca, l’istruzione e l’operato professionale, allineate rispetto a quelle degli altri istituti di questo tipo.
Visione
IRRIS diventerà un’istituzione di ricerca di alta qualità, riconosciuta e affermata internazionalmente, che contribuirà con spirito creativo alla qualità di vita e all’umanesimo della nostra società.
Valori
Attraverso la ricerca, la formazione e altre attività professionali della sua sfera di competenza, l’IRRIS si adopererà per affermarsi, in Slovenia e all’estero. Collaborando con imprese dei settori produttivi e dei servizi, sia pubbliche che private, con gli organi statali, con le comunità locali e la società civile, promuoverà l’utilizzo dei suoi risultati accademici e di ricerca contribuendo così allo sviluppo della comunità. L’attività dell’IRRIS ha come base i seguenti valori:
- qualità ed eccellenza accademica secondo gli standard comparabili a livello internazionale in tutte le sfere della sua o peratività;
- autonomia e indipendenza rispetto allo Stato, ai partiti politici, alle corporazioni e alle comunità religiose;
- libertà accademica dei ricercatori, in particolare libertà creativa e rafforzamento dei valori che l’umanesimo ha conseguito per la civiltà, nonché dei diritti umani, comprese le pari opportunità e la solidarietà;
- appartenenza e apertura verso lo spazio accademico internazionale e il più ampio spazio sociale, contribuendo alla formazione e accrescimento della consapevolezza sugli obiettivi comuni;
- comportamento etico e responsabile nei confronti della natura e dello sviluppo sostenibile di qualità, rispettoso dell’ambiente.
Programma
Nel mondo attuale si manifesta il bisogno crescente della preparazione di basi teoriche nuove, originali e più ampie, nonché di strategie più strettamente mirate alla risoluzione dei conflitti, emergenti da una parte a livello del rapporto tra uomo e società (cultura, etica, politica) e dall’altra fra uomo e ambiente. Per questo l’Istituto IRRIS si dedicherà allo studio e all’esplorazione di aspetti storici, di antropologia, filosofia, sociologia, politologia, linguistica, diritto, geografia e di quelli più ampi del sociale, attraverso i quali si potranno individuare i punti cruciali o paradigmatici, le svolte evolutive che resero possibile la risoluzione degli attriti e delle controversie tra i vari attori così da permettere la crescita della società civile in tutti i campi. Per raggiungere questo obiettivo, nei tempi odierni, gli studi comparativi e interdisciplinari delle dinamiche sociali comportano anche analisi delle complessità del patrimonio culturale quale componente essenziale dell’atteggiamento e del comportamento dell’uomo nei confronti dell’ambiente.
Il fulcro delle ricerche dell’Istituto IRRIS sarà posto nel Mediterraneo. Mediterraneo inteso come l’area storicamente (soprattutto durante il colonialismo) e originariamente concepita come il centro del mondo conosciuto, ma che da sempre (fin dall’antichità) è anche il principale luogo di incontro tra le culture del mondo e che nell’era della globalizzazione è diventato la promessa di un mondo futuro fondato sul dialogo tra le culture mondiali. Enrique Dussel parla persino di un mondo afro-asiatico-mediterraneo nuovo (l’aggettivo “mediterraneo” in questo contesto attraverso la storia e la cultura ispanica include anche il mondo latinoamericano, o meglio, caraibico), che possiamo interpretare – se vogliamo richiamare anche l’idea di Denys Lombard su “un altro Mediterraneo” (Mar Cinese Meridionale, come principale zona di contatto nel mondo asiatico) – come una costellazione di un mondo moderno dove il dialogo interculturale è possibile, un mondo in grado di generare nuove idee sulle dinamiche globali, che determineranno il nostro futuro comune. Per questa ragione l’IRRIS realizzerà su tali basi studi internazionali regionali, rivolgendo particolare attenzione al Mediterraneo (Europa, Africa) e all’Asia (Russia, Iran, India, Cina).
Al centro delle ricerche sarà il tema della risoluzione dei conflitti, e le dinamiche complesse verranno affrontate da vari punti di vista. Saranno per noi motivo d’interesse i contrasti storici e religiosi, la violenza sociopolitica, la persecuzione religiosa attraverso la storia, fino ai casi contemporanei. Analizzeremo testi filosofico-politici ed eventi che hanno contribuito all’instaurarsi di nuove piattaforme per la valutazione dei comportamenti umani e per la sensibilizzazione sull’importanza della risoluzione pacifica dei conflitti. Nel contesto degli aspetti storici, linguistici, filosofici, giuridici e sociologici del pensiero interculturale si discuterà degli eventi e delle concezioni che hanno portato a svolte decisive e cambiamenti paradigmatici nel campo dei diritti umani e delle teorie filosofico-politiche di giustizia e solidarietà. Particolare attenzione sarà dedicata agli studi sull’’origine e l’evoluzione del concetto di democrazia, con l’obiettivo primario di trovare la strada che porta a una futura cultura della democrazia come spazio di considerazione e rispetto per le differenze di gender, culturali, religiose ed etniche, per lo sviluppo sostenibile ed ecocompatibile.
Lo sviluppo sostenibile – o sostenibilità – è uno degli approcci concettuali alla comprensione delle circostanze complesse che riguardano ambiente, economia e società. Il termine apparve in questa forma per la prima volta nel 1981; nel Rapporto Brundtland (1987) venne usato come neologismo, e nell’Agenda 21 (1992) si avvicinò al significato attuale. Il processo concettuale è in corso soprattutto a livello sociale: non solo prevede più autonomia nell’interazione tra gli elementi strutturali della società, ma anche un cambiamento a livello culturale. Finora, la cultura come fattore di sostenibilità è stata menzionata solo sporadicamente (per es. come patrimonio culturale o esigenze culturali alla Conferenza delle Nazioni Unite sullo Sviluppo sostenibile, anche nota come “Rio+20”, 2012), mentre gli aspetti patriarcali della cultura europeo-occidentale si riflettono anche nella visione comune dello sviluppo sostenibile, segnandolo pure a livello concettuale. Nel linguaggio, nel discorso e nella coordinazione delle azioni predominano modelli autoritari (imperio, lotta, competizione, gerarchie, potere, ricchezza, crescita, privatizzazione, sfruttamento delle risorse naturali, legittimazione di ingerenze ecc.). Questo è uno dei motivi per cui le circostanze attuali non permettono ai singoli segmenti dello sviluppo sostenibile di incidere l’uno sull’altro in modo equo, e talvolta è anche il pretesto per far apparire l’intero concetto dello sviluppo sostenibile come un’idea controversa senza futuro. Per capire l’importanza dei cambiamenti sociali e culturali dovremmo, da un lato, essere capaci di definire lo spazio della cultura del dialogo come quell’attività che forgia la comunità umana, e dall’altro conoscere la dinamica dei fattori emotivi, che sono i coordinatori primari della condotta e attivano i cambiamenti culturali. Il predominio della cultura patriarcale nell’Europa (occidentale) si riflette nel modo di coordinare i comportamenti e le azioni diretto verso la competizione piuttosto che verso la cooperazione. Quanto più gli uomini di questa cultura sono coinvolti in tale modo di pensare, parlare e agire, tanto più è necessario che la concettualizzazione di una diversa cultura (della lingua, del dialogo e della coordinazione di azioni) sia tra i compiti principali dell’evoluzione della dimensione sociale della sostenibilità.
Fino a poco tempo fa riponevamo le nostre speranze, e soprattutto tanta energia e risorse, nella tecnologia come risposta a questi problemi: ma oltre a tali approcci sarà indispensabile esaminare i contesti culturali, religiosi e filosofici entro i quali si possono cercare le cause, ma anche le soluzioni, alla crisi ecologica. A parte ciò, gli esperti di scienze naturali si imbattono da sempre in notevoli difficoltà nel comunicare al pubblico i loro risultati allarmanti (per es. nella cosiddetta “negazione delle questioni ambientali”, ossia il rifiuto di riconoscere la gravità dei problemi dell’ambiente), il che li spinge, nella loro valutazione delle soluzioni alle problematiche ambientali, a ricorrere sempre più spesso a metodi di ponderazione finora tipici delle scienze sociali e umanistiche.
Da tutto ciò si può dedurre che la percezione dei problemi ambientali, come anche di numerosi altri, viene trasmessa attraverso la società e la cultura, per cui la questione ambientale non può essere affrontata in modo soddisfacente senza l’utilizzo di approcci socio-umanistici. Qui è il ruolo principale ricoperto soprattutto dall’educazione (per esempio, “l’insegnamento empirico”), nonché dalle riflessioni filosofiche sull’atteggiamento dell’uomo verso il proprio ambiente.
Con adeguate strutture di pensiero possiamo identificare le cause possibili di tali atteggiamenti e cercare di vederli sotto un’altra luce, così da rendere più facilmente individuabili le strade che conducono alla soluzione della loro complessità.